Si muore molto più in auto, in moto o sul posto di lavoro, piuttosto che per la mano di un criminale, anche se lo sforzo collettivo si concentra più per combattere la microcriminalità che i pericoli che si corrono sul luogo di lavoro o in strada. Nel 2007 in Italia sono morte per omicidio 627 persone, mentre si sono registrati 1.170 morti sul lavoro e ben 5.131 vittime per incidenti stradali: il che equivale a dire che il rischio di mortalità su strada è 8 volte superiore a quello indotto da comportamenti criminosi.
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A mettere i numeri nero su bianco è il 42esimo Rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese; se l’Italia è, tra i Paesi europei, quello che registra i più bassi livelli di incidenza di omicidi sul totale della popolazione (1,12 ogni 100 mila abitanti, contro 1,48 del Regno Unito, 1,39 della Francia) e tra il 2000 e il 2006 ha registrato, dopo la Germania (-24,3%), la contrazione più significativa del fenomeno (-18,9% contro una diminuzione del 16,4% in Francia, 14,1% in Spagna e 10,1% nel Regno Unito). Al contrario, per quanto riguarda le morti sul lavoro, il nostro Paese incontra rispetto alle altre nazioni ancora notevoli difficoltà nel contrastare questa piaga, considerato che, a fronte dei 2,6 morti sul lavoro ogni 100 mila occupati, se ne contano 2 in Francia, 1,8 in Germania, 1,4 nel Regno Unito.
Ma è soprattutto guardando ai numeri relativi alle vittime degli incidenti stradali che la sfasatura tra azione politica e allarme sociale appare ancora più evidente. Nel 2007 in Italia i decessi sulle strade sono stati 5.131, più che in Paesi anche maggiormente popolosi del nostro, come Regno Unito (3.058), Francia (4.620) e Germania (4.949). Il che ci ha portato ad essere il Paese con la più alta incidenza di morti su strada ogni 100 mila abitanti (8,61 contro i 8,44 della Spagna, i 7,25 della Francia, i 6,02 della Germania, i 5 del Regno Unito).
Tutti i grandi Paesi inoltre – chiarisce ancora il Censis – hanno visto ridurre sensibilmente il numero delle vittime tra 2000 e 2007, con una contrazione del 42,8% in Francia (nel 2000 era il Paese con il numero maggiore di vittime), del 34% in Germania, del 33,8% in Spagna. L’Italia è stata invece quella che ha registrato il miglioramento meno significativo, con una riduzione solo dell’27,3%.
(fonte Apcom)